miércoles, 26 de enero de 2011

La mattanza di donne a Juárez

tomado de:
http://www.mirajuarez.org/Pagine/DettaglioNews.asp?id=107

Il femminicidio, concetto conosciuto a livello mondiale ed ispirato dagli assassinii di donne a Città Juárez, sta toccando livelli insoliti di crescita, come indicano le statistiche. Le attuali condizioni di insicurezza e di anomia (mancanza di norme) permettono un genocidio senza precedenti che provoca l’assassinio in egual misura e quotidianamente di uomini, donne, bambini/e, anziani/e e non si intravvede quando potrà finire questo massacro.

Nelle condizioni di criminalizzazione della società juarense a causa dello stigma federale di “lotta militare” ai cartelli della droga (in cui lo stato – di Chihuahua - e principalmente Juarez sono sinonimo di “terra di narcotrafficanti”), non possiamo aspirare né aspettarci molto dallo Stato messicano, più interessato ad abbellire cifre minimizzando il disastro della sua missione nei suoi tre livelli di governo (federale, statale e municipale) piuttosto che a combattere la violenza, in particolare contro le donne,

di conseguenza si sono visti poco impegnati a dispetto della pressione mondiale e delle

obbligazioni tassative come quelle contenute nella risoluzione della Corte Interamericana dei Diritti Umani, per il caso delle assassinate nel campo di cotone.

Il caso del femminicidio è emblematico perché, ben lungi dallo sparire da Juarez, tale fenomeno si incrementa da quando inizia la tristemente nota “guerra” contro le droghe intrapresa dal governo federale in modo unilaterale ed irresponsabile.

Nelle ultime settimane, a partire da Settembre, i mezzi di informazione danno notizia di esecuzioni di donne praticamente tutti i giorni e con particolare accanimento. Uno degli ultimi casi, quello di una donna sequestrata, videoregistrata e successivamente riapparsa morta, è un segnale di una dialettica negativa e dannosa nelle questioni di genere.

Non si tratta di porre il tema delle donne sopra altri egualmente urgenti (di fatto la città vive una situazione di emergenza non riconosciuta) però richiama l’attenzione il pregiudizio totale verso le donne, di per sé non protette e vulnerabili in una società maschilista e patriarcale, ancor più nelle condizioni attuali.

La stessa “guerra” sta portando la vita quotidiana di Juarez a livelli inammissibili di governabilità, dato che non ci sono istituzioni che rispondano alle richieste sempre più forti di pace ed armonia che esige la società.

Richiamano l’attenzione in questa nuova tappa del femminicidio, i motivi per i quali le si stanno ammazzando: per il loro legami con i narcos o con il crimine organizzato, per sequestrarle e ottenere riscatti o semplicemente derubarle, per vendette e rivalità, per “pulizia sociale”. Per di più, bisogna aggiungere la crescita di assalti, estorsioni e altri delitti che colpiscono la società juarense in generale e le donne in particolare. Non è una situazione facile e, con conoscenza di causa, non è possibile aspettarsi molto dai nuovi governi municipale e statale; dal federale ci si aspetta solo una maggior mancanza di norme (assenza di stato di diritto n.d.t.).

Le nuove circostanza di insicurezza e di crisi economica stanno cambiando le nostre abitudini quotidiane ed i nostri costumi.

Per questa ragione le donne hanno dovuto attenersi (adattarsi n.d.t.) ed affrontare l’avvenire oscuro nel quale siamo costretti:

donne poliziotte, sicarie, estortrici, autiste, agenti stradali sono i nuovi ruoli, mentre aumentano quelli di massaggiatrice, prostituta, trafficante, vedova e orfana. Inoltre, è doloroso constatare la situazione di impoverimento, disoccupazione, depressione e paura che contraddistinguono la città, dove le donne si trovano tanto e maggiormente prive di protezione rispetto agli uomini.

La situazione sembra insostenibile e senza dubbio la città continua il suo cammino. La paura e l’alienazione non sono ancora sufficientemente “allarmanti” per produrre la coesione sociale necessaria per por fine a tanta disgrazia, cosicchè si onorano questi governi che non governano, non danno risultati e non si assumono alcun impegno (veri “ni-nis”).

Di fatto, lo Stato messicano è tanto responsabile di questo genocidio (quasi 7 mila assassinati solamente a Città Juarez dal 2008) esattamente come quelli che lo praticano. La “guerra contro il narcotraffico”, oltre che fittizia, è una guerra persa che sta solo indebolendo il governo, mettendo a rischio la popolazione e distruggendo l’ economia.

Coronamento dialettico

Il 19 Ottobre, su proposta della Organizzazione Mondiale della Sanità, si celebra a livello mondiale il Giorno internazionale della lotta contro il cancro alla mammella. Dal 2006 è la prima causa di morte delle donne superiori al 25 anni in Messico, secondo i dati della Segreteria della Sanità sebbene secondo il diario del Millennio (Millennio settimanale del 9/5/10) nel 2010 la violenza domestica sia ormai la prima causa di morte di donne in Messico.

Se le cose continuano così nel 2011 o ’12 l’assassinio sarà la prima causa di morte per le donne in Messico, come di sicuro lo è o è molto vicino ad esserlo per Città Juarez.

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